Si
è svolto lo scorso 9 Aprile, presso la Sala del Tribunale del Circolo
Ufficiali, la presentazione del libro Nel Nome della Dea – Sulle tracce
dell’Antica Religione del VicePresidente del Clan Sinclair Italia Massimo Agostini.
Un successo di pubblico e di contenuti che hanno reso l’atmosfera del convegno
magica ed emozionante.
Due
relatori d’eccezione il Socio Onorario del Clan Italia il Prof. Gabriele la
Porta ed Egidio Senatore moderati da Mario Martelli, alla presenza dell’autore
e del Presidente Tiziano Busca hanno ammaliato il pubblico presente ripercorrendo
la storia delle figure del Sacro Femminino attraverso i secoli. Una conferenza
nata in una serata conviviale tra Spiriti Eletti nella quale non sono mancati
momenti di grande emozione.
Abbiamo
deciso, vista l’eccezionalità dell’evento, di dividere in tre parti questo
comunicato stampa per ricordare a chi c’era, ma anche per cercare di
trasmettere a chi suo malgrado non è potuto essere con noi, i momenti più emozionanti
della conferenza.
Spirituale,
nonché amico fraterno Bernardo Shin al secolo Giordano Bruno Galli, che qui di
seguito vi riportiamo:
“Il
cuore è il compimento dell’opera, è lo Zolfo Aurato. C’è lo Zolfo, il maschile,
la materia, l’energia, la forza, contrapposto alla leggerezza, alla volatilità
del Mercurio.
Lo
Zolfo deve inglobare il Mercurio, il maschile deve inglobare il femminile e
viceversa.
È
proprio nella riunificazione di quello che era a livello di progetto, quando
Adamo viveva in Eden, che il cuore dovrà ricomporsi, con l’aiuto dell’energia universale
che è fermata dal Sale, ovvero dalla possibilità di agire e di essere, poiché
da solo lo Zolfo sarebbe impotente. Nell’unione, quando è sacra, se non c’è il
Vescovo, il maschio e la femmina non possono unirsi.
Non
ho mai trovato tra i tanti simboli alchemici quello che potesse rappresentare
questa trasmutazione dello Zolfo in Oro, ma cercando, con umiltà, con desiderio
di sapere e di conoscere, ho trovato la rappresentazione dello Zolfo Aurato.
Il
simbolo dello Zolfo è un triangolo con la punta rivolta verso l’alto e una
croce greca rivolta verso il basso. Il cuore diventa Oro quando si sublima,
quando trasmuta e va in cielo, perché è materia, ma è anche spirito. La materia
e lo spirito trovano il loro simbolo in Maria (Myriam) che è stata assunta in
cielo e prima di lei Gesù, suo figlio, assunto anch’egli in cielo, diventando
Oro.
Solo
Maria e solo Gesù vengono raffigurati dalla Chiesa Cristiana con il cuore
esterno, davanti al petto, in mostra, e quel cuore con una croce sopra ha la
forma di un triangolo. Il Sacro Cuore di Maria e il Sacro Cuore di Gesù sono un
triangolo con la punta in basso e una croce in alto, il simbolo dello Zolfo
rovesciato.
Non
ci esprimiamo solo con le parole, ma ci esprimiamo anche con simboli, con
immagini che sono espressioni altrettanto importanti, altrettanto forti,
altrettanto confacenti, come l’espressione delle parole. Certo le parole vanno
per tutti, i simboli vanno per pochi.”
La presenza del Maestro era, potremmo dire, tangibile.
Visti
i richiami alla Dea Iside Egidio Senatore ha voluto che il Prof. La Porta lo
accompagnasse nella lettura dell’Inno a Iside, perché, come ha detto, se
invochiamo una Iside dobbiamo capire chi era e le dobbiamo rendere omaggio. E per renderle omaggio come si conviene è
stata chiamata proprio Elisabetta Galli, espressione di quel genio femminile di
cui Agostini racconta nel suo libro.
Inno a Iside
Perché io sono la prima e l’ ultima
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
Io sono la Madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
Io sono la Madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.
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