giovedì 23 febbraio 2017

Commento inviato da un lettore che conferma le ipotesi formulate da Massimo Agostini sull'identità del primo Gran Maestro dei Templari

"Curioso che i Pagano Eb(u)riaci di Pisa, armatori, misero a disposizione la propria flotta per la prima crociata ai pisani, ovvero al vescovo di Pisa, Daiberto Lanfranchi, poi eletto primo patriarca di Gerusalemme cristiana mentre i Pagano Emb(u)riaci di Genova, armatori, misero a disposizione la propria flotta per la prima crociata ai genovesi. Guglielmo Emb(u)riaci, detto Testadimaglio, riporterà a Genova il famoso "sacro catino" ancora oggi conservato come reliquia in cattedrale.
Qualche anno fa l'Università di Pisa ha pubblicato la genealogia di Ugo II di Pagano, detto Eb(u)riaco, da Vecchiano, morto nel maggio 1136, nel volume in ricordo di Marco Tangheroni "Quel mar che terra inghirlanda"; rielaborazione della relazione tenuta nel maggio 1987 al XXII International Congress on Medieval Studies presso la Western Michigan University di Kalamazoo (Usa).
Questa famiglia pisana di stirpe Amala, aveva già attirato interesse dell'archivista Clemente Lupi e del futuro ministro dell'Istruzione lucchese Giovanni Rosadi alla fine del XIX secolo per i loro probabili legami con la stirpe Anicia dei Venulei e i loro interessi commerciali in Outremer nonché le loro proprietà in Pisa.
Inutile ricordare che i Pagano sono stati una importante famiglia pisana, legata alla storia dei giudicati di Sardegna ed alla riconquista delle Baleari ad inizio del XI secolo. Ugo I di Pagano, pisano, da Vecchiano e' citato nella presa delle Baleari (1115) del Libro di Maiorca (il cui autore fu il pisano Enrico Plebanus).
Per gli "eruditi" pisani l'ammiraglio Ugo I dei Pagano (Hugh de Payns in francese) da Vecchiano mise a disposizione la sua flotta per la crociata delle Baleari, il figlio Ugo II costruì i castello di Goceano in Sardegna, la cui figlia sposò il re di Sardegna, Gonario II Lacon Gunale, templare, morto nella abbazzia di Clairvaux nel 1182.
Franco Cardini ha dichiarato che Baliano di Ibelin fosse italiano (genovese o pisano) e non francese, in occasione di una sua recensione del film Le crociate di Ridley Scott.
Lo storico inglese Peter W. Edbury nel suo libro “The Kingdom of Cyprus and the Crusades, 1191-1374” sostiene fosse di antica famiglia pisana con possedimenti in Sardegna, come lo erano i Pagano Eb(u)riaci pisani.
Molto interessante un capitolo tratto dal lavoro di Riley-Smith sui conflitti legali sulle Leggi dell'Ammiragliato, sorti in Outremer. Pare che i giuristi e la preservazione del diritto, fosse appannaggio della sola casa di Ibelin e dei suoi rappresentanti, coevi di quel Burgundio Leoli che gli eruditi sostengono riportò da Costantinopoli il Digesto di Giustiniano in Pisa e che ha alcuni libri tratti da sentenze legate ai Venulei pisani.
Un passo cita che gli Ibelin erano i depositari delle leggi del pre-costituirsi degli stati in Outremer e quindi conoscitori del diritto che in quelle terre prese derive e aberrazioni, fra problemi dinastici, regalie e concessioni.
Gli Ibelin sono stati una importante famiglia del Regno Crociato, imparentata sicuramente con la famiglia pisana dei Plebanus di Boutron, vassalli della contea di Tripoli, feudo di Bertrand de Toulouse, legato ai genovesi Emb(u)riaci di Besmedin, che la storia racconta misero a disposizione la propria flotta per la prima crociata."


martedì 21 febbraio 2017

Libreria Salvemini Firenze, presentazione del libro: Rito di York tra storia e metastoria

L'amore per lo studio della Massoneria in generale e del Rito di York in particolare. Questo sta portando in giro Tiziano Busca, autore del libro più letto sull'argomento, pubblicato da Tipheret nella collana a cura del Capitolo di studio De Lantaarn. Ieri un altro successo a Firenze.

Nella Foto Tiziano Busca e Andrea Veronese

giovedì 2 febbraio 2017

Riflessioni sul Vangelo di Tommaso. L’esegesi del segreto sulla via Sacra di Melchisedec di Tiziano Busca




3. Gesù disse, "Se i vostri capi vi diranno, 'Vedete, il Regno è nei cieli', allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, 'È nei mari', allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi. Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa.
5. Gesù disse, "Sappiate cosa vi sta davanti agli occhi, e quello che vi è nascosto vi sarà rivelato. Perché nulla di quanto è nascosto non sarà rivelato."
66. Gesù disse, "Mostratemi la pietra scartata dai costruttori; quella è la chiave di volta."

Parlando con Gabriele che voi sapete essere primario Cardiochirurgo e nel mentre gli chiedevo dov'era stato a Bologna mi ha spiegato che ha partecipato ad una sessione di lavori dal vivo per misurare la quantità di sangue che è necessaria a preservare un organo come il fegato per fare il trapianto da vivente che come sappiano è un organo altamente vascolarizzato, e quindi tagliarne un pezzo non è semplice da un punto di vista chirurgico, è possibile, lo fanno, l’intervento è molto complesso, complessità nella quale non voglio addentrami in questo momento; ma, quello che a noi ora interessa è il problema fondamentale cioè quanto sangue serve perché quell'organo continui a vivere?
La nostra natura è in grado di calcolare ciò che serve all'organo per essere ancora un organo sano e questa espressione mi ha colpito perché ho detto ma il fegato non ha cervello non è un organo che ha un intelligenza per cui anche una persona stupida può avere un organo che si auto regolamenta e vive, e la risposta è stata si il problema non è l'intelligenza della persona è la perfezione della natura. Da questo racconto, che mi ha colpito molto, vorrei iniziare una mia riflessione:

Quando noi parliamo di un processo alchemico noi abbiamo la consapevolezza che avviene la trasformazione attraverso un processo che è l'unione di elementi che si manifestano sotto altre forme e che diversamente dall'origine assumono momenti di trasformazione e di sublimazione. Ma l'elemento originale resta è tale, l'uomo in se raccoglie tutta quella capacità e quella energia che si manifesta in tutto ciò che noi vediamo attraverso i nostri occhi ma sappiano essere anche in noi ed è vero quello che dice Fabio non si può cercare la risposta nel segreto perché il segreto in se non è una entità che deve portarci ad interrogare; il segreto va letto nella semplicità dei gesti attraverso i quali leggi la tua vera natura.

Che cosa facciamo noi qui?
Noi abbiamo un segreto per caso da comunicare?

No! noi facciamo la lettura semplice di ciò che è stato descritto e che è manifesto ma che su un percorso gnostico lo leggiamo in maniera razionale su un percorso dogmatico lo leggiamo attraverso un Mistero. Che cos'è il mistero della Fede? Quando da un punto di vista rituale si compiono gesti che appartengono ad un percorso anche di natura religiosa e di natura legata ad un credo che è quello Cattolico, che cosa facciamo? Seguiamo un rituale, entriamo in chiesa, ci sediamo, facciamo il segno della croce, partecipiamo con preghiere e con canti a quella che è la comunione che viene guidata a quello che è il rito che viene guidato da un sacerdote e noi partecipiamo con un'empatia forte a quello che è una dimensione sacra per noi e dove si chiude l'elemento più importante di questo nostro partecipare? Quando ad un certo punto si manifesta l'eucarestia dove il corpo ed il sangue di Cristo si trasformano nel Pane e nel Vino. Perché c'è questo gesto? E chi lo ha manifestato? Dove nasce? 



Bassorilievo della controfacciata della Cattedrale di Notre-Dame di Reims in cui è raffigurato l’incontro tra Melchisedec ed Abramo



Nasce su una via Sacra; nasce attraverso questa natura nell'uomo che non nasce e non muore ma che è raccontata: Abramo era il Sacerdote dell'Onnipotente,  Melchisedec era il Sacerdote dei Sacerdoti e Re della città di Gerusalemme, non si hanno le origini di Melchisedec si hanno le origini della genia di Abramo. Ma quando ad Abramo venne catturato il figlio Lot decise di scendere in battaglia contro la tribù che gli aveva preso il figlio e lo libera. Melchisedec che era il Re di Gerusalemme lo incontra, gli va incontro e insieme celebrano il momento con il Pane e il Vino. Melchisedec Sacerdote dei Sacerdoti Abramo Sacerdote degli uomini,  l'Uomo e il Dio che si trovano a manifestare in una unica realtà l'elemento pregnante di quello che è la comunione che noi da uomini tendiamo verso l'alto che avviene in questo processo di trasformazione. La stessa cosa avviene in una via gnostica dove noi ci rendiamo conto che il compimento del nostro lavoro è un compimento che appartiene alla nostra dimensione di uomini ma Sacri. Perchè in quel percorso noi sviluppiamo la sacralità, come in questo momento che, con attenzione, cerchiamo di proiettarci in una dimensione non solo iniziatica ma alchemica di penetrazione di quello che è l'elemento della comunione e dell'unità di quello che noi viviamo. E qui adesso voglio chiudere questo mio intervento riferendomi alle parole dei Vangelo:

“Quando il potente disegno dell'evoluzione giunse a compimento ed il piano fu completato, la Creazione giunse al termine. Gli esseri viventi, i guardiani della legge e le schiere ardenti svanirono nel fuoco divino. I sette spiriti di Dio ed i suoi eserciti angelici si fusero nella luce delle luci e l'Uomo perfezionato e glorificato ritorna nella casa del Padre, nella beatitudine trascendentale, per regnare in eterno con lui. L'intera creazione si è compiuta e santificata ed è ritornata nel silenzio del tutto uno.”

In una via gnostica che cosa facciamo noi? Seguiamo un rituale. Compiamo dei gesti, abbiamo un libro sacro, abbiamo una squadra che è l'uomo ed abbiamo un compasso che è la creazione; quando questi tre elementi si trovano nella dimensione di apertura e di comunione noi abbiamo compiuto il lavoro ed abbiamo raggiunto quella comunione, quella eucarestia tra il corpo dell'uomo e l'elemento del superiore che ci porta ad essere Il tutto in uno.

Abbiamo compiuto il lavoro, abbiamo trovato il nostro segreto, è un segreto che noi abbiamo percorso e a quel punto l'elemento della morte non è un elemento di trasformazione di fisicità è una elevazione della nostra natura.



Tiziano Busca presentazione del libro Rito di York – storia e metastoria a Parma La Massoneria torna alle origini nei 300 anni dalla sua fondazione si torna a parlare nelle taverne



Prima di tutto vi vorrei ringraziare dell’opportunità che stasera mi state offrendo, nell’avermi invitato qui oggi a parlare di questo libro che, ad un certo punto della mia vita, profana ed iniziatica, ho sentito l’esigenza di scrivere. Questo libro è nato come in genere nascono le cose quando una persona decide di interrogarsi sulle questioni semplici; credo fermamente che, per cercare di capire, non possiamo fare altro che porci delle domande: ma perché la Massoneria viene detta azzurra? Perché il massone lavora sulla pietra? Perché le colonne del tempio si chiamano Jachin e Boaz? Perché il tempio è fatto in questo modo? Perché dentro la massoneria c’è il segreto? Ma che cos’è il segreto della Massoneria?

Noi purtroppo abbiamo perso questa parte di notizie perché siamo convinti, da uomini della terra, che tutto quello che noi facciamo deve per forza avere una data, la nostra data è il 1717;  pensando poi che tutto quello che è accaduto in quel giorno sia la grande novità che prima non c’era. In verità noi veniamo da molto più lontano e quello che noi riportiamo nei nostri rituali come percorso di tradizione di natura iniziatica, partendo delle scuole che vanno dall'antico Egitto, al mondo babilonese, al mondo ebraico, al mondo della Mesopotamia, all'iconografia e alle rappresentazioni del mondo dell'antica Grecia, lo immaginiamo come se fossero elementi che vengono portati a supporto di una storia, di una sorta di favola che racconta la vita di questo uomo che percorre la sua via e che nelle allegorie ritrova il significato del suo essere e nel percorso delle allegorie trova anche la chiave per giustificare la sua natura.

In verità la Massoneria inizia ad esistere nello stesso momento in cui l'uomo si presenta su questo mondo; e il mondo datato non è il mondo vissuto, per la semplice ragione che nel momento in cui noi ci diamo una datazione neghiamo ciò che ci precede e siccome una datazione presuppone un inizio ed una fine neghiamo anche ciò che ci seguirà. E quindi il percorso della nostra presenza all'interno di questo contesto dell'Universo sembra essere l'elemento fondante di quello che è la nostra rappresentazione evolutiva e quindi questo tendere ad una dimensione di superiore è un qualcosa che ci appartiene non per natura ma per tradizione e per suggerimento.

La nostra storia però non è questa, noi raccogliamo il senso di un viaggio e questo viaggio parte da tanti elementi; uno per esempio ha una datazione certa quella dell'anno mille di Athelstan che struttura le gilde, e le gilde hanno una stessa identità pari a quelle che avevano le tribù che in un territori diversi diventano Clan e il territorio diverso in cui le gilde si strutturano si chiama York e si chiama Euburacum, un territorio dove viveva la popolazione celtica nel periodo delle grandi migrazioni, perché non è un fenomeno attuale la migrazione degli uomini le migrazioni hanno accompagnato la vita nel nostro pianeta delle genie che noi conosciamo e forse non tutte rispetto ad altre che se ne sono andate in precedenza.
Questa popolazione arriva in Spagna e più precisamente nel sud della Spagna e incontra un mondo culturalmente più ricco più strutturato più votato a quello che era una conoscenza sacra e sapienziale, ed era una conoscenza sacra e sapienziale tutta femminile delle Sacerdotesse del Culto di Demetra, e di tutto ciò che apparteneva a quel percorso in cui l'uomo veniva elevato e l'uomo veniva vestito che era il mondo degli uomini del Pelagio.
E che cosa raccolgono da questo incontro?
Raccolgono il senso del Sacro, la Massoneria è un percorso gnostico sacro, sacro perché nel nostro operare, nel nostro agire, noi seguiamo un metodo, una regola che è quella del rituale dov'è nascosto il segreto dell'uomo iniziato al pari di quello che è il segreto di coloro che non sono iniziati come noi ma partecipano ritualmente ad altri eventi di natura religiosa.
Quando noi andiamo in chiesa svolgiamo una ritualità e se voi pensate ci sono delle azioni che sono conseguenti:  uno entra, si fa il segno della croce, si siede, prega, ascolta uno che officia un rito ed a un certo punto si realizza in quel contesto rituale una manifestazione dove il pane e il vino diventano il corpo e il sangue di un credo religioso.
Nella religione questo elemento è dogmatico ed è un mistero della fede però tu partecipi a quel segreto.
In una via iniziatica, che non è dogmatica, tu partecipi lo stesso a costruire quel segreto che si manifesta nei nostri lavori quando si entra nel tempio, quando deambuliamo, quando il nostro maestro venerabile legge il rituale noi ci comportiamo di conseguenza nelle varie fasi del rito fino ad un certo punto in cui si apre il libro sacro si mette la squadra e si mette il compasso: Quello è il nostro segreto. Un segreto che è  pari dell'altro in cui troviamo: la creazione il libro sacro e la regola, al posto della squadra, del compasso e del libro sacro.
La squadra è l'uomo e il compasso è la manifestazione dell'uomo superiore, della nostra energia del nostro elemento generatore ed è per questo che i massoni lavorano sulla pietra perché noi tendiamo a ritornare all'elemento che ci ha generato, al Padre infatti la pietra in ebraico si chiama Eber che significa Padre e significa Figlio; Pietra Padre e Figlio. In una via iniziatica noi lavoriamo su un piano spirituale e levighiamo la pietra per portarla nel piano della costruzione alla perfezione per tornare al nostro punto di origine alla nostra creazione.
Certamente si può fare una via diversa, una via non iniziatica una via profana si vive lo stesso e si sta bene uguale; però nel mondo profano, ci ricordano le antiche scritture, che la costruzione per salire verso l'alto che è una tendenza naturale dell'uomo avveniva con mattoni di paglia e terra essiccati al sole e come tutte le cose materiali, perché la via profana è una via materiale, hanno un tempo ed una durata breve o forse un po’ più lunga, ma sicuramente non è la trasformazione della nostra natura tanto è vero che la manifestazione di chi voleva salire in alto attraverso la via materiale era la Torre di Babele che ad un certo punto si interrompe, ma non è che si interrompe perché i mattoni crollano, ma perché viene a mancare l'elemento dell'iniziato che è la parola.
L'iniziato non scrive le tavole,  la tavola da disegno è una forma con cui si sostanzia il ruolo della Maestria perché solo il Maestro poteva tracciare la tavola e solo il Maestro poteva, nelle gilde, definire il percorso di sapienza e di conoscenza a coloro che entravano in quella comunione;  ed è per questo che le gilde sono l'esperienza più viva e più forte di quella che è l'espressione iniziatica, non solo perché riportano ad un percorso di comunione, non solo perché ti riportano ad un percorso di identità e di legame come le tribù ma perché generano al loro interno il simbolo l'appartenenza, il marchio, il simbolo che tu appartieni a quella gilda.
Ma dove veniva disegnato questo simbolo di appartenenza? Veniva disegnato in uno scudo, all’interno di  uno stemma che aveva un fondo azzurro. Questo è il reale motivo per cui  Massoneria si chiama azzurra;  perché la natura di questo percorso è una natura sacra di trasformazione come pure tutto ciò che accade all'interno del tempio è la manifestazione di un percorso proprio in cui le regole della terra e del cielo si  sostanziano nel momento in cui la maestria si manifesta;  e le due colonne Jachin e Boaz, che erano gli assistenti, il Principe e il Sacerdote di Re Salomone, che lo aiutavano a costruire il rito come oggi il Maestro Venerabile ha il primo ed il secondo sorvegliante, entravano in una dimensione sacra perché chiudevano uno spazio esterno verso una dimensione interna che ci è propria e naturale, che è il nostro spirito, la nostra anima, la nostra energia e che ci trasformava in uomini dell'universo producendo quella alchimia naturale che era rappresentata da un percorso in cui la materialità si modificava verso una spiritualità di conoscenze e di saperi dove il rito era accompagnato all'invocazione e siccome noi lavoriamo molto sull'antico testamento nell'antico testamento ci sono i salmi che come tutte le invocazioni vanno lette per quello che è la rappresentazione di una elevazione in un mondo superiore. Il salmo è la Spagiria che è l'alchimia naturale che viene raccolta in un tempo ed in un momento e anche secondo modalità che ci appartengono per portarci ad una ulteriore evoluzione, per diventare coloro che spiegano il senso della presenza su questa terra.
Qual'è la differenza tra un ricco e un povero nel momento della nascita e nel momento della morte? Nessuna! Siamo uguali, la differenza è nel modo in cui decidiamo di attraversare questo tempo e nel modo in cui ci poniamo quando attraversiamo il velo; perché se raccogli il tuo percorso di elevazione tu sai che diventi l'energia pura e ritorni ad essere quell'elemento unico che ti appartiene in quanto sei elemento stesso della natura che ti viene data.
E’ un po’ una storia che noi viviamo magari quando siamo chiamati a spiegare qualcosa di difficile che è raccontare come si diventa massoni, condizione che nel quotidiano può però essere rappresentato in una maniera più semplice cioè nella complessità di come noi siamo. Vi racconto per sommi capi un episodio che mi ha colpito molto: L'altra sera ero, c'era anche Valentina, a Milano con un fratello che è il cattedratico della cardiochirurgia di Chieti che si è trovato a Bologna e gli chiedevo per quale ragione, lui mi spiegava perché, pur essendo lui cardiochirurgo, ha partecipato ad una giornata di lavori per il trapianto da vivente del fegato e mi raccontava che questa tecnica è possibile, che è stata sviluppata dai giapponesi ci sono modi diversi per farla ma in realtà si prende una parte dell'organo per poter essere reimpiantato nella persona del ricevente.  Il fegato è un organo solido e tra l'altro molto ricco di sangue e di vasi sanguigni per cui l’intervento è molto complesso, complessità nella quale non voglio addentrami in questo momento; ma, quello che a noi ora interessa è il problema fondamentale cioè quanto sangue serve perché quell'organo continui a vivere?
La nostra natura è in grado di calcolare ciò che serve all'organo per essere ancora un organo sano e questa espressione mi ha colpito perché ho detto ma il fegato non ha cervello non è un organo che ha un intelligenza per cui anche una persona stupida può avere un organo che si auto regolamenta e vive, e la risposta è stata si il problema non è l'intelligenza della persona è la perfezione della natura.
Tanto perfetta è la natura che quando la natura genera l'imperfezione tale imperfezione viene generata  per essere ancora più perfetta in un percorso di rigenerazione.
A mio avviso il percorso iniziatico per un massone è questo.
Noi dobbiamo rappresentare la perfezione perché nel momento in cui generiamo l'imperfezione, un fenomeno abbastanza presente in questi tempi attuali, significa che siamo in una fase evolutiva sicuramente per diventare maggiormente perfetti rispetto a quello che noi conosciamo ed è questo il percorso dell'iniziato; quel percorso che ti consente, nel momento in cui arrivi ad un punto e ti si aprono altre vie;  non completi mai il tuo percorso perché il percorso lo si completa solo nel momento in cui tu parti avendo delle certezze e le certezze sono rappresentate da quegli elementi naturali di predisposizione ad una forma di eggregore comune che è rappresentata dalla unione tra i fratelli.

Tale unione, all'interno della comunione e nei nostri lavori è l'elemento che noi viviamo che è quello dell'energia e quello della circolarità. Ricordate quando io prima vi parlavo del segreto?
Ma voi pensate che questo segreto ce lo siamo inventati? Ritenete che la cosa non ha una ragione naturale lungo questa via o appartiene soltanto ad un fenomeno religioso? No! Tutto parte da un punto;  e come il punto all'interno del cerchio che rappresenta l'equidistanza rispetto a tutto il mondo la comunione e quant'altro noi abbiamo un soggetto che si chiama Melchisedec che è il Sacerdote dei Sacerdoti, e chi incontra questo Re della città di Gerusalemme? Incontra Abramo che ha liberato Lot il figlio che era stato catturato da una tribù nemica. Abramo era il Sacerdote dell'Onnipotente quindi era l'uomo Sacerdote terreno; Melchisedec era il Sacerdote dei Sacerdoti, colui che era “non nato” e “mai morto” ma, nonostante questo,  in omaggio ad Abramo gli va incontro e gli porta  il pane e il vino, ovvero l'eucarestia nella credenza religiosa, mentre per noi è  Il segreto nel nostro rapporto è quello di essere consapevoli che l'uomo può ritornare alla sua origine e quindi alla sua natura divina se noi cogliamo questo ritorniamo ad avere la massoneria delle osterie perchè quella massoneria era quella su cui noi siamo nati, poi è arrivata un'altra Massoneria che è quella della ragione molto più lontana da quello che è il sentire dell'uomo, una Massoneria in cui si chiedeva di essere atei per poter vivere la via iniziatica, e vi sembra un po strano o no che laddove nasce quella massoneria che poi viene importata in Italia ne nascono tante altre di pari valore e di pari forza ma sopratutto, nasce l'occultismo e sopratutto tutto l'occultismo nasce dentro un percorso di natura femminile perchè sono le figure più permeabili e fragili nella ricerca di quell'aldilà che veniva negato, perchè nasce sotto questo profilo: la necessità di trovarci in una dimensione di superiore che veniva disconosciuto da quella che era la ragione.
Sappiate che quella Massoneria aveva come elementi costitutivi il sole, la luna e la ragione rappresentata da Atena;  la Massoneria della tradizione scozzese ha il libro sacro, la squadra ed il compasso, questi due elementi che, in una fase successiva poi tornano ad essere elemento comune, ma non più di tanto, perchè ancora oggi questa forma nel rito francese è disgiunta, ha segnato anche la nostra comunione ed è la ragione per cui anche storicamente il mondo inglese e francese erano disgiunti; per motivi economici politici ma io non voglia stare adesso a raccontare tutta questa storia però il percorso vero qual'è? E' quello del tempio, e se noi viaggiamo dentro quel tempio noi raccogliamo la nostra natura che è quella delle tre camere che è quella della conoscenza della generazione del percorso iniziatico.

Io non sono uno scrittore ma ho scritto queste poche pagine per due ragioni: la prima è che volevo fare chiarezza sul fatto che il Rito di York e il Rito Scozzese Antico ed Accettato sono due cose così radicalmente diverse da non poter essere messe a confronto come in genere errando si fa.

La seconda:  è che credo fermamente che non ci può essere comunione senza un legame, un sentimento, che non è quel sentimento che nasce spontaneo quando tra simili ci si riconosce e ci si accoglie, ma è un valore più alto, che non è un valore profano è un valore sacro, ed è il valore sacro che distingue la solidarietà dalla filantropia, il volontariato dal massone, i boyscout dagli iniziati. Noi non facciamo volontariato, noi non siamo un service, noi facciamo filantropia che appartiene a quel percorso di Agape che chiude il nostro processo iniziatico.
C'è un metodo per essere massoni, c'è un modo per capire la Maestria, e se noi non recuperiamo i valori di questa tradizione è in dubbio che la Massoneria vada avanti perchè raccoglie in se tante modalità di sopravvivenza ma quella che è la natura propria dell'iniziato si perde perchè non c'è il desiderio di raccogliere la saggezza.
Il Rito di York era il rito dei Maestri Venerabili. Che cosa costruisce un Maestro nei confronti di un'altro Maestro? Perché la domanda qui, e lo avete capito, è come si manifesta la Maestria? Di certo non si manifesta attraverso un grembiuli ma si manifesta tramite un porsi, e il porsi del Maestro non è quello di andare a costruire i progetti ma è quello di testimoniare la tradizione.
Questo è il senso di un viaggio che io ho cercato di raccogliere in queste pagine, un viaggio che non è tanto lungo anche se quest'anno compio 30 anni di massoneria. 


mercoledì 1 febbraio 2017

Una riflessione di Paolo Donnina

Beato l'uomo che medita sulla sapienza e ragiona con l'intelligenza, considera nel cuore le sue vie, ne penetra con la mente i segreti.
La insegue come uno che segue una pista, si apposta sui suoi sentieri. Egli spia alle sue finestre e sta ad ascoltare alla sua porta. Fa sosta vicino alla sua casa e fissa un chiodo nelle sue pareti; alza la propria tenda presso di essa e si ripara in un rifugio di benessere; mette i propri figli sotto la sua protezione e sotto i suoi rami soggiorna; da essa sarà protetto contro il caldo, egli abiterà all'ombra della sua gloria.
Così agirà chi teme il Signore; Chi è fedele alla legge otterrà anche la sapienza. Essa gli andrà incontro come una madre, l'accoglierà come una vergine sposa; lo nutrirà con il pane dell'intelligenza, lo disseterà con l'acqua della sapienza.
Egli si appoggerà su di lei non vacillerà, si affiderà a lei e non resterà confuso. Essa l'innalzerà sopra i suoi compagni e gli farà aprir bocca in mezzo all'assemblea; egli troverà contentezza e una corona di gioia e otterrà fama perenne.
Gli insensati non conseguiranno mai la sapienza, i peccatori non la contempleranno mai. Essa sta lontana dalla superbia, i bugiardi non pensano a essa.
La sua lode non s'addice alla bocca del peccatore, perché non gli è stata concessa dal Signore. La lode infatti va celebrata con sapienza; è il Signore che la dirigerà.
( Siracide 14,20-15,10)