lunedì 27 febbraio 2017
giovedì 23 febbraio 2017
Commento inviato da un lettore che conferma le ipotesi formulate da Massimo Agostini sull'identità del primo Gran Maestro dei Templari
"Curioso che i Pagano Eb(u)riaci di Pisa, armatori, misero a
disposizione la propria flotta per la prima crociata ai pisani, ovvero
al vescovo di Pisa, Daiberto Lanfranchi, poi eletto primo patriarca di
Gerusalemme cristiana mentre i Pagano Emb(u)riaci di Genova, armatori,
misero a disposizione la propria flotta per la prima crociata ai
genovesi. Guglielmo Emb(u)riaci, detto Testadimaglio, riporterà a Genova
il famoso "sacro catino" ancora oggi conservato come reliquia in
cattedrale.
Qualche anno fa l'Università di Pisa ha pubblicato la genealogia di Ugo II di Pagano, detto Eb(u)riaco, da Vecchiano, morto nel maggio 1136, nel volume in ricordo di Marco Tangheroni "Quel mar che terra inghirlanda"; rielaborazione della relazione tenuta nel maggio 1987 al XXII International Congress on Medieval Studies presso la Western Michigan University di Kalamazoo (Usa).
Questa famiglia pisana di stirpe Amala, aveva già attirato interesse dell'archivista Clemente Lupi e del futuro ministro dell'Istruzione lucchese Giovanni Rosadi alla fine del XIX secolo per i loro probabili legami con la stirpe Anicia dei Venulei e i loro interessi commerciali in Outremer nonché le loro proprietà in Pisa.
Inutile ricordare che i Pagano sono stati una importante famiglia pisana, legata alla storia dei giudicati di Sardegna ed alla riconquista delle Baleari ad inizio del XI secolo. Ugo I di Pagano, pisano, da Vecchiano e' citato nella presa delle Baleari (1115) del Libro di Maiorca (il cui autore fu il pisano Enrico Plebanus).
Per gli "eruditi" pisani l'ammiraglio Ugo I dei Pagano (Hugh de Payns in francese) da Vecchiano mise a disposizione la sua flotta per la crociata delle Baleari, il figlio Ugo II costruì i castello di Goceano in Sardegna, la cui figlia sposò il re di Sardegna, Gonario II Lacon Gunale, templare, morto nella abbazzia di Clairvaux nel 1182.
Franco Cardini ha dichiarato che Baliano di Ibelin fosse italiano (genovese o pisano) e non francese, in occasione di una sua recensione del film Le crociate di Ridley Scott.
Lo storico inglese Peter W. Edbury nel suo libro “The Kingdom of Cyprus and the Crusades, 1191-1374” sostiene fosse di antica famiglia pisana con possedimenti in Sardegna, come lo erano i Pagano Eb(u)riaci pisani.
Molto interessante un capitolo tratto dal lavoro di Riley-Smith sui conflitti legali sulle Leggi dell'Ammiragliato, sorti in Outremer. Pare che i giuristi e la preservazione del diritto, fosse appannaggio della sola casa di Ibelin e dei suoi rappresentanti, coevi di quel Burgundio Leoli che gli eruditi sostengono riportò da Costantinopoli il Digesto di Giustiniano in Pisa e che ha alcuni libri tratti da sentenze legate ai Venulei pisani.
Un passo cita che gli Ibelin erano i depositari delle leggi del pre-costituirsi degli stati in Outremer e quindi conoscitori del diritto che in quelle terre prese derive e aberrazioni, fra problemi dinastici, regalie e concessioni.
Gli Ibelin sono stati una importante famiglia del Regno Crociato, imparentata sicuramente con la famiglia pisana dei Plebanus di Boutron, vassalli della contea di Tripoli, feudo di Bertrand de Toulouse, legato ai genovesi Emb(u)riaci di Besmedin, che la storia racconta misero a disposizione la propria flotta per la prima crociata."
Qualche anno fa l'Università di Pisa ha pubblicato la genealogia di Ugo II di Pagano, detto Eb(u)riaco, da Vecchiano, morto nel maggio 1136, nel volume in ricordo di Marco Tangheroni "Quel mar che terra inghirlanda"; rielaborazione della relazione tenuta nel maggio 1987 al XXII International Congress on Medieval Studies presso la Western Michigan University di Kalamazoo (Usa).
Questa famiglia pisana di stirpe Amala, aveva già attirato interesse dell'archivista Clemente Lupi e del futuro ministro dell'Istruzione lucchese Giovanni Rosadi alla fine del XIX secolo per i loro probabili legami con la stirpe Anicia dei Venulei e i loro interessi commerciali in Outremer nonché le loro proprietà in Pisa.
Inutile ricordare che i Pagano sono stati una importante famiglia pisana, legata alla storia dei giudicati di Sardegna ed alla riconquista delle Baleari ad inizio del XI secolo. Ugo I di Pagano, pisano, da Vecchiano e' citato nella presa delle Baleari (1115) del Libro di Maiorca (il cui autore fu il pisano Enrico Plebanus).
Per gli "eruditi" pisani l'ammiraglio Ugo I dei Pagano (Hugh de Payns in francese) da Vecchiano mise a disposizione la sua flotta per la crociata delle Baleari, il figlio Ugo II costruì i castello di Goceano in Sardegna, la cui figlia sposò il re di Sardegna, Gonario II Lacon Gunale, templare, morto nella abbazzia di Clairvaux nel 1182.
Franco Cardini ha dichiarato che Baliano di Ibelin fosse italiano (genovese o pisano) e non francese, in occasione di una sua recensione del film Le crociate di Ridley Scott.
Lo storico inglese Peter W. Edbury nel suo libro “The Kingdom of Cyprus and the Crusades, 1191-1374” sostiene fosse di antica famiglia pisana con possedimenti in Sardegna, come lo erano i Pagano Eb(u)riaci pisani.
Molto interessante un capitolo tratto dal lavoro di Riley-Smith sui conflitti legali sulle Leggi dell'Ammiragliato, sorti in Outremer. Pare che i giuristi e la preservazione del diritto, fosse appannaggio della sola casa di Ibelin e dei suoi rappresentanti, coevi di quel Burgundio Leoli che gli eruditi sostengono riportò da Costantinopoli il Digesto di Giustiniano in Pisa e che ha alcuni libri tratti da sentenze legate ai Venulei pisani.
Un passo cita che gli Ibelin erano i depositari delle leggi del pre-costituirsi degli stati in Outremer e quindi conoscitori del diritto che in quelle terre prese derive e aberrazioni, fra problemi dinastici, regalie e concessioni.
Gli Ibelin sono stati una importante famiglia del Regno Crociato, imparentata sicuramente con la famiglia pisana dei Plebanus di Boutron, vassalli della contea di Tripoli, feudo di Bertrand de Toulouse, legato ai genovesi Emb(u)riaci di Besmedin, che la storia racconta misero a disposizione la propria flotta per la prima crociata."
martedì 21 febbraio 2017
Libreria Salvemini Firenze, presentazione del libro: Rito di York tra storia e metastoria
L'amore per lo studio della Massoneria in generale e del Rito di York in
particolare. Questo sta portando in giro Tiziano Busca, autore del
libro più letto sull'argomento, pubblicato da Tipheret nella collana a
cura del Capitolo di studio De Lantaarn. Ieri un altro successo a
Firenze.
Nella Foto Tiziano Busca e Andrea Veronese
Nella Foto Tiziano Busca e Andrea Veronese
martedì 14 febbraio 2017
domenica 12 febbraio 2017
giovedì 2 febbraio 2017
Riflessioni sul Vangelo di Tommaso. L’esegesi del segreto sulla via Sacra di Melchisedec di Tiziano Busca
3. Gesù disse, "Se i vostri capi vi diranno,
'Vedete, il Regno è nei cieli', allora gli uccelli dei cieli vi precederanno.
Se vi diranno, 'È nei mari', allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è
dentro di voi e fuori di voi. Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e
comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete,
allora vivrete in miseria, e sarete la miseria stessa.
5. Gesù disse, "Sappiate cosa vi sta davanti agli
occhi, e quello che vi è nascosto vi sarà rivelato. Perché nulla di quanto è
nascosto non sarà rivelato."
66. Gesù disse, "Mostratemi la pietra scartata
dai costruttori; quella è la chiave di volta."
Parlando
con Gabriele che voi sapete essere primario Cardiochirurgo e nel mentre gli
chiedevo dov'era stato a Bologna mi ha spiegato che ha partecipato ad una
sessione di lavori dal vivo per misurare la quantità di sangue che è necessaria
a preservare un organo come il fegato per fare il trapianto da vivente che come
sappiano è un organo altamente vascolarizzato, e quindi tagliarne un pezzo non
è semplice da un punto di vista chirurgico, è possibile, lo fanno, l’intervento
è molto complesso, complessità nella quale non voglio addentrami in questo
momento; ma, quello che a noi ora interessa è il problema fondamentale cioè
quanto sangue serve perché quell'organo continui a vivere?
La
nostra natura è in grado di calcolare ciò che serve all'organo per essere
ancora un organo sano e questa espressione mi ha colpito perché ho detto ma il
fegato non ha cervello non è un organo che ha un intelligenza per cui anche una
persona stupida può avere un organo che si auto regolamenta e vive, e la
risposta è stata si il problema non è l'intelligenza della persona è la
perfezione della natura. Da questo racconto, che mi ha colpito molto, vorrei
iniziare una mia riflessione:
Quando
noi parliamo di un processo alchemico noi abbiamo la consapevolezza che avviene
la trasformazione attraverso un processo che è l'unione di elementi che si
manifestano sotto altre forme e che diversamente dall'origine assumono momenti
di trasformazione e di sublimazione. Ma l'elemento originale resta è tale,
l'uomo in se raccoglie tutta quella capacità e quella energia che si manifesta
in tutto ciò che noi vediamo attraverso i nostri occhi ma sappiano essere anche
in noi ed è vero quello che dice Fabio non si può cercare la risposta nel
segreto perché il segreto in se non è una entità che deve portarci ad
interrogare; il segreto va letto nella semplicità dei gesti attraverso i quali
leggi la tua vera natura.
Che
cosa facciamo noi qui?
Noi
abbiamo un segreto per caso da comunicare?
No!
noi facciamo la lettura semplice di ciò che è stato descritto e che è manifesto
ma che su un percorso gnostico lo leggiamo in maniera razionale su un percorso
dogmatico lo leggiamo attraverso un Mistero. Che cos'è il mistero della Fede?
Quando da un punto di vista rituale si compiono gesti che appartengono ad un
percorso anche di natura religiosa e di natura legata ad un credo che è quello
Cattolico, che cosa facciamo? Seguiamo un rituale, entriamo in chiesa, ci
sediamo, facciamo il segno della croce, partecipiamo con preghiere e con canti
a quella che è la comunione che viene guidata a quello che è il rito che viene
guidato da un sacerdote e noi partecipiamo con un'empatia forte a quello che è
una dimensione sacra per noi e dove si chiude l'elemento più importante di
questo nostro partecipare? Quando ad un certo punto si manifesta l'eucarestia
dove il corpo ed il sangue di Cristo si trasformano nel Pane e nel Vino. Perché
c'è questo gesto? E chi lo ha manifestato? Dove nasce?
Bassorilievo della controfacciata della Cattedrale di
Notre-Dame di Reims in cui è raffigurato l’incontro tra Melchisedec ed Abramo
Nasce
su una via Sacra; nasce attraverso questa natura nell'uomo che non nasce e non
muore ma che è raccontata: Abramo era il Sacerdote dell'Onnipotente, Melchisedec era il Sacerdote dei Sacerdoti e
Re della città di Gerusalemme, non si hanno le origini di Melchisedec si hanno
le origini della genia di Abramo. Ma quando ad Abramo venne catturato il figlio
Lot decise di scendere in battaglia contro la tribù che gli aveva preso il
figlio e lo libera. Melchisedec che era il Re di Gerusalemme lo incontra, gli
va incontro e insieme celebrano il momento con il Pane e il Vino. Melchisedec
Sacerdote dei Sacerdoti Abramo Sacerdote degli uomini, l'Uomo e il Dio che si trovano a manifestare
in una unica realtà l'elemento pregnante di quello che è la comunione che noi
da uomini tendiamo verso l'alto che avviene in questo processo di
trasformazione. La stessa cosa avviene in una via gnostica dove noi ci rendiamo
conto che il compimento del nostro lavoro è un compimento che appartiene alla
nostra dimensione di uomini ma Sacri. Perchè in quel percorso noi sviluppiamo
la sacralità, come in questo momento che, con attenzione, cerchiamo di
proiettarci in una dimensione non solo iniziatica ma alchemica di penetrazione
di quello che è l'elemento della comunione e dell'unità di quello che noi
viviamo. E qui adesso voglio chiudere questo mio intervento riferendomi alle
parole dei Vangelo:
“Quando il potente disegno dell'evoluzione giunse a compimento ed il
piano fu completato, la Creazione giunse al termine. Gli esseri viventi, i
guardiani della legge e le schiere ardenti svanirono nel fuoco divino. I sette
spiriti di Dio ed i suoi eserciti angelici si fusero nella luce delle luci e
l'Uomo perfezionato e glorificato ritorna nella casa del Padre, nella beatitudine
trascendentale, per regnare in eterno con lui. L'intera creazione si è compiuta
e santificata ed è ritornata nel silenzio del tutto uno.”
In
una via gnostica che cosa facciamo noi? Seguiamo un rituale. Compiamo dei
gesti, abbiamo un libro sacro, abbiamo una squadra che è l'uomo ed abbiamo un
compasso che è la creazione; quando questi tre elementi si trovano nella
dimensione di apertura e di comunione noi abbiamo compiuto il lavoro ed abbiamo
raggiunto quella comunione, quella eucarestia tra il corpo dell'uomo e
l'elemento del superiore che ci porta ad essere Il tutto in uno.
Abbiamo
compiuto il lavoro, abbiamo trovato il nostro segreto, è un segreto che noi
abbiamo percorso e a quel punto l'elemento della morte non è un elemento di
trasformazione di fisicità è una elevazione della nostra natura.
Tiziano Busca presentazione del libro Rito di York – storia e metastoria a Parma La Massoneria torna alle origini nei 300 anni dalla sua fondazione si torna a parlare nelle taverne
Prima di tutto vi vorrei
ringraziare dell’opportunità che stasera mi state offrendo, nell’avermi
invitato qui oggi a parlare di questo libro che, ad un certo punto della mia
vita, profana ed iniziatica, ho sentito l’esigenza di scrivere. Questo libro è
nato come in genere nascono le cose quando una persona decide di interrogarsi
sulle questioni semplici; credo fermamente che, per cercare di capire, non
possiamo fare altro che porci delle domande: ma perché la Massoneria viene
detta azzurra? Perché il massone lavora sulla pietra? Perché le colonne del
tempio si chiamano Jachin e Boaz? Perché il tempio è fatto in questo modo?
Perché dentro la massoneria c’è il segreto? Ma che cos’è il segreto della
Massoneria?
Noi purtroppo abbiamo perso
questa parte di notizie perché siamo convinti, da uomini della terra, che tutto
quello che noi facciamo deve per forza avere una data, la nostra data è il
1717; pensando poi che tutto quello che
è accaduto in quel giorno sia la grande novità che prima non c’era. In verità
noi veniamo da molto più lontano e quello che noi riportiamo nei nostri rituali
come percorso di tradizione di natura iniziatica, partendo delle scuole che
vanno dall'antico Egitto, al mondo babilonese, al mondo ebraico, al mondo della
Mesopotamia, all'iconografia e alle rappresentazioni del mondo dell'antica
Grecia, lo immaginiamo come se fossero elementi che vengono portati a supporto
di una storia, di una sorta di favola che racconta la vita di questo uomo che
percorre la sua via e che nelle allegorie ritrova il significato del suo essere
e nel percorso delle allegorie trova anche la chiave per giustificare la sua
natura.
In verità la Massoneria inizia ad
esistere nello stesso momento in cui l'uomo si presenta su questo mondo; e il
mondo datato non è il mondo vissuto, per la semplice ragione che nel momento in
cui noi ci diamo una datazione neghiamo ciò che ci precede e siccome una
datazione presuppone un inizio ed una fine neghiamo anche ciò che ci seguirà. E
quindi il percorso della nostra presenza all'interno di questo contesto
dell'Universo sembra essere l'elemento fondante di quello che è la nostra
rappresentazione evolutiva e quindi questo tendere ad una dimensione di
superiore è un qualcosa che ci appartiene non per natura ma per tradizione e
per suggerimento.
La nostra storia però non è
questa, noi raccogliamo il senso di un viaggio e questo viaggio parte da tanti
elementi; uno per esempio ha una datazione certa quella dell'anno mille di
Athelstan che struttura le gilde, e le gilde hanno una stessa identità pari a
quelle che avevano le tribù che in un territori diversi diventano Clan e il
territorio diverso in cui le gilde si strutturano si chiama York e si chiama
Euburacum, un territorio dove viveva la popolazione celtica nel periodo delle
grandi migrazioni, perché non è un fenomeno attuale la migrazione degli uomini
le migrazioni hanno accompagnato la vita nel nostro pianeta delle genie che noi
conosciamo e forse non tutte rispetto ad altre che se ne sono andate in
precedenza.
Questa popolazione arriva in
Spagna e più precisamente nel sud della Spagna e incontra un mondo
culturalmente più ricco più strutturato più votato a quello che era una
conoscenza sacra e sapienziale, ed era una conoscenza sacra e sapienziale tutta
femminile delle Sacerdotesse del Culto di Demetra, e di tutto ciò che
apparteneva a quel percorso in cui l'uomo veniva elevato e l'uomo veniva
vestito che era il mondo degli uomini del Pelagio.
E che cosa raccolgono da questo
incontro?
Raccolgono il senso del Sacro, la
Massoneria è un percorso gnostico sacro, sacro perché nel nostro operare, nel
nostro agire, noi seguiamo un metodo, una regola che è quella del rituale dov'è
nascosto il segreto dell'uomo iniziato al pari di quello che è il segreto di
coloro che non sono iniziati come noi ma partecipano ritualmente ad altri
eventi di natura religiosa.
Quando noi andiamo in chiesa
svolgiamo una ritualità e se voi pensate ci sono delle azioni che sono
conseguenti: uno entra, si fa il segno
della croce, si siede, prega, ascolta uno che officia un rito ed a un certo punto
si realizza in quel contesto rituale una manifestazione dove il pane e il vino
diventano il corpo e il sangue di un credo religioso.
Nella religione questo elemento è
dogmatico ed è un mistero della fede però tu partecipi a quel segreto.
In una via iniziatica, che non è
dogmatica, tu partecipi lo stesso a costruire quel segreto che si manifesta nei
nostri lavori quando si entra nel tempio, quando deambuliamo, quando il nostro
maestro venerabile legge il rituale noi ci comportiamo di conseguenza nelle
varie fasi del rito fino ad un certo punto in cui si apre il libro sacro si
mette la squadra e si mette il compasso: Quello è il nostro segreto. Un segreto
che è pari dell'altro in cui troviamo:
la creazione il libro sacro e la regola, al posto della squadra, del compasso e
del libro sacro.
La squadra è l'uomo e il compasso
è la manifestazione dell'uomo superiore, della nostra energia del nostro
elemento generatore ed è per questo che i massoni lavorano sulla pietra perché
noi tendiamo a ritornare all'elemento che ci ha generato, al Padre infatti la
pietra in ebraico si chiama Eber che significa Padre e significa Figlio; Pietra
Padre e Figlio. In una via iniziatica noi lavoriamo su un piano spirituale e
levighiamo la pietra per portarla nel piano della costruzione alla perfezione
per tornare al nostro punto di origine alla nostra creazione.
Certamente si può fare una via
diversa, una via non iniziatica una via profana si vive lo stesso e si sta bene
uguale; però nel mondo profano, ci ricordano le antiche scritture, che la
costruzione per salire verso l'alto che è una tendenza naturale dell'uomo
avveniva con mattoni di paglia e terra essiccati al sole e come tutte le cose
materiali, perché la via profana è una via materiale, hanno un tempo ed una
durata breve o forse un po’ più lunga, ma sicuramente non è la trasformazione
della nostra natura tanto è vero che la manifestazione di chi voleva salire in
alto attraverso la via materiale era la Torre di Babele che ad un certo punto
si interrompe, ma non è che si interrompe perché i mattoni crollano, ma perché
viene a mancare l'elemento dell'iniziato che è la parola.
L'iniziato non scrive le
tavole, la tavola da disegno è una forma
con cui si sostanzia il ruolo della Maestria perché solo il Maestro poteva
tracciare la tavola e solo il Maestro poteva, nelle gilde, definire il percorso
di sapienza e di conoscenza a coloro che entravano in quella comunione; ed è per questo che le gilde sono
l'esperienza più viva e più forte di quella che è l'espressione iniziatica, non
solo perché riportano ad un percorso di comunione, non solo perché ti riportano
ad un percorso di identità e di legame come le tribù ma perché generano al loro
interno il simbolo l'appartenenza, il marchio, il simbolo che tu appartieni a
quella gilda.
Ma dove veniva disegnato questo
simbolo di appartenenza? Veniva disegnato in uno scudo, all’interno di uno stemma che aveva un fondo azzurro. Questo
è il reale motivo per cui Massoneria si
chiama azzurra; perché la natura di
questo percorso è una natura sacra di trasformazione come pure tutto ciò che
accade all'interno del tempio è la manifestazione di un percorso proprio in cui
le regole della terra e del cielo si
sostanziano nel momento in cui la maestria si manifesta; e le due colonne Jachin e Boaz, che erano gli
assistenti, il Principe e il Sacerdote di Re Salomone, che lo aiutavano a
costruire il rito come oggi il Maestro Venerabile ha il primo ed il secondo
sorvegliante, entravano in una dimensione sacra perché chiudevano uno spazio
esterno verso una dimensione interna che ci è propria e naturale, che è il
nostro spirito, la nostra anima, la nostra energia e che ci trasformava in
uomini dell'universo producendo quella alchimia naturale che era rappresentata
da un percorso in cui la materialità si modificava verso una spiritualità di
conoscenze e di saperi dove il rito era accompagnato all'invocazione e siccome
noi lavoriamo molto sull'antico testamento nell'antico testamento ci sono i
salmi che come tutte le invocazioni vanno lette per quello che è la
rappresentazione di una elevazione in un mondo superiore. Il salmo è la
Spagiria che è l'alchimia naturale che viene raccolta in un tempo ed in un
momento e anche secondo modalità che ci appartengono per portarci ad una
ulteriore evoluzione, per diventare coloro che spiegano il senso della presenza
su questa terra.
Qual'è la differenza tra un ricco
e un povero nel momento della nascita e nel momento della morte? Nessuna! Siamo
uguali, la differenza è nel modo in cui decidiamo di attraversare questo tempo
e nel modo in cui ci poniamo quando attraversiamo il velo; perché se raccogli
il tuo percorso di elevazione tu sai che diventi l'energia pura e ritorni ad
essere quell'elemento unico che ti appartiene in quanto sei elemento stesso
della natura che ti viene data.
E’ un po’ una storia che noi
viviamo magari quando siamo chiamati a spiegare qualcosa di difficile che è
raccontare come si diventa massoni, condizione che nel quotidiano può però
essere rappresentato in una maniera più semplice cioè nella complessità di come
noi siamo. Vi racconto per sommi capi un episodio che mi ha colpito molto:
L'altra sera ero, c'era anche Valentina, a Milano con un fratello che è il
cattedratico della cardiochirurgia di Chieti che si è trovato a Bologna e gli
chiedevo per quale ragione, lui mi spiegava perché, pur essendo lui
cardiochirurgo, ha partecipato ad una giornata di lavori per il trapianto da
vivente del fegato e mi raccontava che questa tecnica è possibile, che è stata
sviluppata dai giapponesi ci sono modi diversi per farla ma in realtà si prende
una parte dell'organo per poter essere reimpiantato nella persona del
ricevente. Il fegato è un organo solido
e tra l'altro molto ricco di sangue e di vasi sanguigni per cui l’intervento è
molto complesso, complessità nella quale non voglio addentrami in questo momento;
ma, quello che a noi ora interessa è il problema fondamentale cioè quanto
sangue serve perché quell'organo continui a vivere?
La nostra natura è in grado di
calcolare ciò che serve all'organo per essere ancora un organo sano e questa
espressione mi ha colpito perché ho detto ma il fegato non ha cervello non è un
organo che ha un intelligenza per cui anche una persona stupida può avere un
organo che si auto regolamenta e vive, e la risposta è stata si il problema non
è l'intelligenza della persona è la perfezione della natura.
Tanto perfetta è la natura che
quando la natura genera l'imperfezione tale imperfezione viene generata per essere ancora più perfetta in un percorso
di rigenerazione.
A mio avviso il percorso
iniziatico per un massone è questo.
Noi dobbiamo rappresentare la
perfezione perché nel momento in cui generiamo l'imperfezione, un fenomeno
abbastanza presente in questi tempi attuali, significa che siamo in una fase
evolutiva sicuramente per diventare maggiormente perfetti rispetto a quello che
noi conosciamo ed è questo il percorso dell'iniziato; quel percorso che ti
consente, nel momento in cui arrivi ad un punto e ti si aprono altre vie; non completi mai il tuo percorso perché il
percorso lo si completa solo nel momento in cui tu parti avendo delle certezze
e le certezze sono rappresentate da quegli elementi naturali di predisposizione
ad una forma di eggregore comune che è rappresentata dalla unione tra i
fratelli.
Tale unione, all'interno della
comunione e nei nostri lavori è l'elemento che noi viviamo che è quello
dell'energia e quello della circolarità. Ricordate quando io prima vi parlavo
del segreto?
Ma voi pensate che questo segreto
ce lo siamo inventati? Ritenete che la cosa non ha una ragione naturale lungo
questa via o appartiene soltanto ad un fenomeno religioso? No! Tutto parte da
un punto; e come il punto all'interno
del cerchio che rappresenta l'equidistanza rispetto a tutto il mondo la
comunione e quant'altro noi abbiamo un soggetto che si chiama Melchisedec che è
il Sacerdote dei Sacerdoti, e chi incontra questo Re della città di
Gerusalemme? Incontra Abramo che ha liberato Lot il figlio che era stato
catturato da una tribù nemica. Abramo era il Sacerdote dell'Onnipotente quindi
era l'uomo Sacerdote terreno; Melchisedec era il Sacerdote dei Sacerdoti, colui
che era “non nato” e “mai morto” ma, nonostante questo, in omaggio ad Abramo gli va incontro e gli
porta il pane e il vino, ovvero
l'eucarestia nella credenza religiosa, mentre per noi è Il segreto nel nostro rapporto è quello di
essere consapevoli che l'uomo può ritornare alla sua origine e quindi alla sua
natura divina se noi cogliamo questo ritorniamo ad avere la massoneria delle
osterie perchè quella massoneria era quella su cui noi siamo nati, poi è
arrivata un'altra Massoneria che è quella della ragione molto più lontana da
quello che è il sentire dell'uomo, una Massoneria in cui si chiedeva di essere
atei per poter vivere la via iniziatica, e vi sembra un po strano o no che
laddove nasce quella massoneria che poi viene importata in Italia ne nascono
tante altre di pari valore e di pari forza ma sopratutto, nasce l'occultismo e
sopratutto tutto l'occultismo nasce dentro un percorso di natura femminile
perchè sono le figure più permeabili e fragili nella ricerca di quell'aldilà
che veniva negato, perchè nasce sotto questo profilo: la necessità di trovarci
in una dimensione di superiore che veniva disconosciuto da quella che era la
ragione.
Sappiate che quella Massoneria
aveva come elementi costitutivi il sole, la luna e la ragione rappresentata da
Atena; la Massoneria della tradizione
scozzese ha il libro sacro, la squadra ed il compasso, questi due elementi che,
in una fase successiva poi tornano ad essere elemento comune, ma non più di
tanto, perchè ancora oggi questa forma nel rito francese è disgiunta, ha
segnato anche la nostra comunione ed è la ragione per cui anche storicamente il
mondo inglese e francese erano disgiunti; per motivi economici politici ma io
non voglia stare adesso a raccontare tutta questa storia però il percorso vero
qual'è? E' quello del tempio, e se noi viaggiamo dentro quel tempio noi
raccogliamo la nostra natura che è quella delle tre camere che è quella della
conoscenza della generazione del percorso iniziatico.
Io non sono uno scrittore ma ho
scritto queste poche pagine per due ragioni: la prima è che volevo fare
chiarezza sul fatto che il Rito di York e il Rito Scozzese Antico ed Accettato
sono due cose così radicalmente diverse da non poter essere messe a confronto
come in genere errando si fa.
La seconda: è che credo fermamente che non ci può essere
comunione senza un legame, un sentimento, che non è quel sentimento che nasce
spontaneo quando tra simili ci si riconosce e ci si accoglie, ma è un valore
più alto, che non è un valore profano è un valore sacro, ed è il valore sacro
che distingue la solidarietà dalla filantropia, il volontariato dal massone, i
boyscout dagli iniziati. Noi non facciamo volontariato, noi non siamo un
service, noi facciamo filantropia che appartiene a quel percorso di Agape che
chiude il nostro processo iniziatico.
C'è un metodo per essere massoni,
c'è un modo per capire la Maestria, e se noi non recuperiamo i valori di questa
tradizione è in dubbio che la Massoneria vada avanti perchè raccoglie in se
tante modalità di sopravvivenza ma quella che è la natura propria dell'iniziato
si perde perchè non c'è il desiderio di raccogliere la saggezza.
Il Rito di York era il rito dei
Maestri Venerabili. Che cosa costruisce un Maestro nei confronti di un'altro
Maestro? Perché la domanda qui, e lo avete capito, è come si manifesta la
Maestria? Di certo non si manifesta attraverso un grembiuli ma si manifesta
tramite un porsi, e il porsi del Maestro non è quello di andare a costruire i
progetti ma è quello di testimoniare la tradizione.
Questo è il senso di un viaggio
che io ho cercato di raccogliere in queste pagine, un viaggio che non è tanto
lungo anche se quest'anno compio 30 anni di massoneria.
mercoledì 1 febbraio 2017
Una riflessione di Paolo Donnina
Beato
l'uomo che medita sulla sapienza e ragiona con l'intelligenza,
considera nel cuore le sue vie, ne penetra con la mente i segreti.
La insegue come uno che segue una pista, si apposta sui suoi sentieri. Egli spia alle sue finestre e sta ad ascoltare alla sua porta. Fa sosta vicino alla sua casa e fissa un chiodo nelle sue pareti; alza la propria tenda presso di essa e si ripara in un rifugio di benessere; mette i propri figli sotto la sua protezione e sotto i suoi rami soggiorna; da essa sarà protetto contro il caldo, egli abiterà all'ombra della sua gloria.
Così agirà chi teme il Signore; Chi è fedele alla legge otterrà anche la sapienza. Essa gli andrà incontro come una madre, l'accoglierà come una vergine sposa; lo nutrirà con il pane dell'intelligenza, lo disseterà con l'acqua della sapienza.
Egli si appoggerà su di lei non vacillerà, si affiderà a lei e non resterà confuso. Essa l'innalzerà sopra i suoi compagni e gli farà aprir bocca in mezzo all'assemblea; egli troverà contentezza e una corona di gioia e otterrà fama perenne.
Gli insensati non conseguiranno mai la sapienza, i peccatori non la contempleranno mai. Essa sta lontana dalla superbia, i bugiardi non pensano a essa.
La sua lode non s'addice alla bocca del peccatore, perché non gli è stata concessa dal Signore. La lode infatti va celebrata con sapienza; è il Signore che la dirigerà.
( Siracide 14,20-15,10)
La insegue come uno che segue una pista, si apposta sui suoi sentieri. Egli spia alle sue finestre e sta ad ascoltare alla sua porta. Fa sosta vicino alla sua casa e fissa un chiodo nelle sue pareti; alza la propria tenda presso di essa e si ripara in un rifugio di benessere; mette i propri figli sotto la sua protezione e sotto i suoi rami soggiorna; da essa sarà protetto contro il caldo, egli abiterà all'ombra della sua gloria.
Così agirà chi teme il Signore; Chi è fedele alla legge otterrà anche la sapienza. Essa gli andrà incontro come una madre, l'accoglierà come una vergine sposa; lo nutrirà con il pane dell'intelligenza, lo disseterà con l'acqua della sapienza.
Egli si appoggerà su di lei non vacillerà, si affiderà a lei e non resterà confuso. Essa l'innalzerà sopra i suoi compagni e gli farà aprir bocca in mezzo all'assemblea; egli troverà contentezza e una corona di gioia e otterrà fama perenne.
Gli insensati non conseguiranno mai la sapienza, i peccatori non la contempleranno mai. Essa sta lontana dalla superbia, i bugiardi non pensano a essa.
La sua lode non s'addice alla bocca del peccatore, perché non gli è stata concessa dal Signore. La lode infatti va celebrata con sapienza; è il Signore che la dirigerà.
( Siracide 14,20-15,10)
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