La
parola Massoneria proviene dal latino “Macio Macionis”. Il suo
significato è edificatore, costruttore. Nel tardo Medio Evo, con
tale termine si identificavano i costruttori di cattedrali cristiane.
I massoni sono i discendenti di questi costruttori. Le Cattedrali
cristiane sono state sostituite dalla permanente costruzione del
Tempio laico dell’umanità.
L’elemento
muratorio delle corporazioni di mestiere si è legato nella sua
evoluzione speculativa, ma anche storicamente, ove è nata la
massoneria moderna, con quello cavalleresco di origine templare
elitario e, successivamente, con circoli ristretti di pensatori e
scienziati.
Dal
1717, data di nascita della massoneria moderna in Inghilterra, i
massoni sono costruttori di Umanità e di Valori. I massoni ritengono
che i valori più alti possono costituire le colonne portanti della
società. Studiandoli e affermandoli con forza e determinazione in sé
stessi, è possibile fare il bene della Patria e dell’Umanità
intera. Questa convinzione condivisa e praticata nelle logge
costituisce una “inaudita
pretesa”
per le istituzione politiche e religiose italiane. Da qui l’origine
dello storico
sospetto
nei confronti della Massoneria nel nostro Paese.
La
Massoneria è un’Istituzione
Iniziatica
con una sua organizzazione.
L’istituzione, in generale, è l’insieme di principi, norme, organi, relazioni e funzioni che gli uomini scelgono liberamente di darsi per qualche scopo.
Le Istituzioni profane hanno come scopo l’educazione, la sanità, la difesa, la sicurezza, il perseguimento di un utile, il consenso politico, etc.L’Istituzione “massoneria” ha come scopo il miglioramento di coloro che liberamente vi aderiscono e del mondo esterno. Propone ai suoi aderenti di impegnarsi costantemente nel rispondere all’imperativo: “Conosci te stesso” e, successivamente, all’imperativo: “Migliora ciò che ti circonda dando l’esempio”.
L’istituzione, in generale, è l’insieme di principi, norme, organi, relazioni e funzioni che gli uomini scelgono liberamente di darsi per qualche scopo.
Le Istituzioni profane hanno come scopo l’educazione, la sanità, la difesa, la sicurezza, il perseguimento di un utile, il consenso politico, etc.L’Istituzione “massoneria” ha come scopo il miglioramento di coloro che liberamente vi aderiscono e del mondo esterno. Propone ai suoi aderenti di impegnarsi costantemente nel rispondere all’imperativo: “Conosci te stesso” e, successivamente, all’imperativo: “Migliora ciò che ti circonda dando l’esempio”.
Per
“iniziatico”
si intende l’insegnamento e l’apprendimento fondato sulla
gradualità della conoscenza. Per i massoni, la conoscenza non è mai
definitiva e viene perseguita attraverso gradi simbolici. La
gradualità della conoscenza è l’immagine allo specchio della
progressività nel fare il bene. Anche nel fare il bene, come nel
perseguimento della conoscenza, non si raggiunge mai la perfezione
definitiva.
Se
è facile capire il concetto di grado della conoscenza legato alla
crescita neurologica e sociale della singola persona, non è facile,
invece, capire la gradualità
simbolica della conoscenza.
Pertanto, è necessario aprire una riflessione sui simboli, ma anche
sulle metafore, sulle allegorie, sui miti, sulle leggende sul modo di
riassumere, nascondere e comunicare idee, scelte, opinioni,
emotività: quanto di umano è comunicabile in relazione a quanto la
natura ci informa di noi stessi e del mondo che ci circonda.
Il
simbolo
è il contenitore della conoscenza. Comunichiamo mediante parole che
spesso sono simboli, o sono in grado di evocarli. Gli scienziati
spiegano il mondo elaborando nuovi simboli. Il simbolo appare nello
sviluppo neurologico della mente insieme alla nascita dell’Io e, di
conseguenza, della coscienza. La coscienza presuppone l’Io e questo
presuppone la frattura tra l’uomo, la natura e Dio. L’Io sorge
perché non si sentono più gli ordini della divinità nella propria
mente. Nell’Iliade, nell’Odissea e nella Bibbia, il Divino
ordina; non esiste l’Io, non esiste una riflessione personale,
esiste solo la richiesta e il responso, il volere della divinità e
l’esecuzione cieca da parte degli uomini. Gli uomini non esprimono
desideri personali. L’uomo, lasciato solo dalla Divinità nel
decidere cosa fare, prova a ricreare il legame con la legge della
natura, ovvero con la legge di Dio, ovvero con la scienza che è
legge della natura. Questo muoversi alla ricerca della legge della
natura (Dio, Padre) fa sorgere l’Io, il soggetto. Egli si incammina
verso la coscienza, perché è costretto dal fatto che la Divinità
fornisce sempre meno risposte in una società che si evolve, prima
lentamente per millenni, poi più velocemente come negli ultimi
secoli. Sarebbe stato assolutamente non faticoso vivere continuando a
sentire le risposte ai problemi dell’uomo direttamente da Dio,
anche mediante profeti, oracoli e intermediari. Ancora oggi, molti
sperano ancora di sentire le voci anche creandosi artificialmente
allucinazioni. Storicamente, al venir meno anche delle allucinazioni,
fanno la loro comparsa le Sacre Scritture (Vecchio Testamento), la
legge sacra di un Dio potente, intollerante e intransigente (Dura lex
sed lex?). Questa legge sacra, dovendo essere valida in tutte le
situazioni umane e fornire risposte adeguate, doveva necessariamente
esprimersi mediante un alto contenuto simbolico. Ma anche le Sacre
Scritture non riportano indietro le lancette dell’orologio della
nascita dell’Io, della coscienza.
Una
volta nato l’Io non è più possibile riportarlo indietro, anche
perché Dio non sembra più voler rispondere nei tempi adeguati alle
richieste degli uomini sempre più numerose ed evolute. Quando Dio
risponde c’è, tra l’altro, il rischio concreto che sorgano
grandi tragedie individuali e collettive, come i delitti frutto della
sospensione della coscienza e le guerre che fanno leva su precetti
religiosi riesumati, di un Dio che non vuol più indicare la strada a
quanti lo invocano.
I
simboli sono testimonianze concrete della sofferenza e dell’angoscia,
legate alla nascita dell’Io, ovvero della co-scienza, dell’Io
costretto a diventare adulto, ad arrangiarsi da solo nel ricercare le
risposte giornaliere alla sua esistenza fisica. I simboli contengono
il dramma della nascita dell’Io, della rottura del cordone
ombelicale con il Dio/Padre, dei primi passi nella ricerca delle
risposte umane nella natura. Per questo i simboli sono oggetto di
primaria attenzione, sono il primo scalino iniziatico di un percorso
di miglioramento individuale. Costituiscono la primaria ricerca della
parola, la primaria ricerca delle leggi della natura di un Io
straniero in casa propria.
I
massoni non vogliamo dimenticare il dramma che ha portato alla
nascita dell’Io; l’unico soggetto che può sollecitare ed
estendere la coscienza.
Il
simbolo è la cassaforte ove è racchiusa la chiave del dramma che ha
partorito la coscienza. Il dramma vissuto individualmente e
collettivamente viene racchiuso nel simbolo per essere conservato e
tramandato. Aprendo il simbolo ci si appropria della chiave per
capire l’uomo nella sua interezza e le istituzioni che si dà per
meglio governarsi secondo leggi naturali. I simboli possono essere
aperti ritualmente convogliando energie, pensiero razionale,
emotività e dubbi. Ogni grado ha il suo rituale, la sua filosofia, i
suoi simboli e quindi, di conseguenza, i suoi temi fondanti che si
ampliano e approfondiscono per espandere la coscienza attraverso
l’uso dell’intelligenza e l’esercizio della libertà di
pensiero. La progressività iniziatica è quindi un esercizio
continuo, individuale e collettivo per espandere la co-scienza di
appartenere ad un unico consesso umano in cammino.
Nella
fase iniziale della nascita della coscienza, il
dubbio
rappresenta uno stato di debolezza dell’uomo dovuto all’abbandono
della presenza della Divinità nella sua mente. Viene a mancare
l’autista e il passeggero non sa cosa fare. Successivamente, il
dubbio diventa la risorsa per guidare secondo coscienza. Oggi non è
più possibile pensare la ricerca scientifica e la ricerca massonica
senza l’uso del dubbio praticato da uomini liberi.
Il
fine della
massoneria è il
miglioramento
di sé stessi e del mondo esterno in senso materiale ed etico.
Nell’Ordine, ovvero nei primi tre gradi simbolici, il fine è la
conoscenza di sé e del mondo esterno attraverso lo studio delle
scienze e della fondamentale legge del cambiamento. Nel Rito Scozzese
Antico e Accettato, ovvero negli altri gradi, il fine è il
miglioramento della società in cui si vive, delle istituzioni che la
sorreggono attraverso lo studio delle scienze umane, per lasciare a
coloro che verranno un mondo migliore, più equo e giusto. L’equità
e la giustizia sono temi di una coscienza che ama espandersi e, in
massoneria, sono temi obbligatori. Il massone che opera nel Rito è
obbligato a continuare a operare su se stesso nell’Ordine, questo
perché la vittoria sui vizi, come le certezze non sono mai
definitive e gli aumenti di luce, ovvero i passaggi di grado, non
certificano nessuna conoscenza definitiva e nessuna vittoria
definitiva sui vizi.
L’istituzione/organizzazione
iniziatica
è dotata di statuti e rituali. Negli statuti sono descritti gli
Organi di Governo, le relazioni tra questi e le funzioni. Il Rituale
è
un insieme di atti e parole compiuti e pronunciate per richiamare i
valori di riferimento della comunità massonica.
Il
rito
è un alto richiamo rivolto in modo coinvolgente ai presenti, è la
richiesta solenne di donare il meglio di sé stessi dal punto di
vista intellettuale. E’ il richiamo allo studio costante di sé
stessi e del mondo esterno attraverso un amico indomabile e sempre
inquieto che fa della nostra vita un’avventura esclusivamente
umana: il DUBBIO. Nel rito, l’esplorazione emozionale e
intellettuale avviene mediante l’identificazione con tutti gli
attori del racconto.
Il
Luogo
è il Tempio, nei primi tre gradi. Luogo del Divino, luogo in cui il
Divino (Padre) parlava, ordinava. Dal punto di vista laico il tempio
è il luogo in cui la coscienza ha preso il posto del Divino, dove
l’Uomo come lo vediamo, sentiamo e tocchiamo adesso è la sintesi
dell’umanità intera, è Dio stesso.
Il
Metodo
è il sistema di gestione o meglio, l’articolazione dell’ordine
in cui si alternano le principali tecnologie della ricerca massonica:
il silenzio e la parola, l’ascolto e l’insegnamento, lo studio e
la riflessione, ma anche due istituzioni presenti nel concetto di
iniziazione: l’allievo e il maestro, mai intesi in senso statico ed
esclusivamente verticale.
La
ricerca massonica
è fatta di studio, ascolto, pensieri esposti all’interno di una
loggia massonica. Il cuore pulsante della ricerca massonica è la
diversità delle opinioni che trovano il naturale posto nella loggia.
Le opinioni diverse stimolano la veglia, al contrario stimolano il
sonno, la non progressività della ricerca e della conoscenza. Il
segreto della lunga vita della Massoneria sta anche in questo. La
breve vita dei partiti politici sta nelle opinioni forzatamente
condivise o soffocate e nella mancanza di ospitalità di opinioni
radicalmente diverse.
Temi
della ricerca massonica sono
la
Libertà, l’Uguaglianza, la Fratellanza, le Leggi naturali, i
principi etici universali, i Diritti Umani, la Dignità, la
Solidarietà, la Tolleranza, la Giustizia, il Dovere, l’Umiltà, la
Devozione, l’Ignoranza, il Fanatismo, l’Arroganza, la Fedeltà,
il Silenzio, la Parola, l’Obbedienza.
Per
dare un’idea del punto di vista massonico possiamo riflettere su
alcuni temi.La
libertà
è concepita dai massoni come affrancamento dalle passioni e dai
vizi. La libertà è una qualità che presuppone un diritto di ogni
essere umano, è l’assenza d’ogni costrizione esterna, è assenza
di pregiudizi. La libertà è dipendenza esclusiva da sé stessi.
Quegli uomini liberi che sanno ciò che vogliono e perché lo
vogliono, che agiscono secondo ragione possono essere ricevuti
massoni.
L’obbedienza
è la predisposizione all’ascolto delle parole pronunciate
dall’interlocutore che non equivale alla sottomissione del servo al
suo principe. Obbedire vuol dire udire, stare di fronte al maestro e
ascoltare la Parola pronunciata ritualmente. Obbedienza vuol dire
seguire un programma esoterico, ciò che è nascosto dentro i
simboli, i miti e le parole. Obbedire non vuol dire privazione di
libertà, ma favorire il processo di liberazione naturale dalle
rigidità seducenti, confortevoli. L’allievo ascolta mettendosi
sulla stessa frequenza del Maestro. Ciò richiede una disciplina
rigorosa, perché presuppone attenzione e concentrazione.
La
fede
è il contenitore della Parola Sacra. Il fedele è il destinatario
della Parola Sacra. Per obbedire in senso massonico, occorre
possedere la parola. Non si può ascoltare ciò che non è già
presente dentro di noi. La fedeltà non è cieca accettazione di un
messaggio, ma intima persuasione. La persuasione iniziatica non ha
nulla a che vedere con la manipolazione psichica. Fedeltà vuol dire
persuasione mediante ascolto profondo di se stesso. Essere fedeli
significa assumere un atteggiamento spirituale ricettivo.
Il
silenzio
nasce in ambiente Pitagorico. Non vuol dire tacere alla lettera, ma
possesso intimo della parola. Per questo viene per primo celebrato e
onorato nel primo grado. Il silenzio è culto della parola interna.
L’iniziato ascolta sintonizzandosi con la parola dei Maestri e
risvegliando la propria intima parola.
L’istituzione
massonica risponde ad un bisogno umano di capire e fare il bene
dell’umanità ed è fatta da uomini che non si danno mai per vinti,
che sanno nutrirsi di delusioni e insuccessi. Qualcuno preferisce
spiegare meglio la massoneria attraverso i personaggi presenti nei
rituali d’iniziazione: la cosiddetta mitologia massonica. Altri
provano a rintracciarne l’origine della Massoneria nella storia,
altri ancora mischiando storia, mitologia e leggenda. E’ comunque
difficile trovare i confini tra storia, leggenda, mitologia e
alchimia.
Il
personaggio fondamentale in Massoneria è Hiram
Abif.
Un uomo di estrazione regale fenicia, un architetto. Egli costruì il
primo grande tempio di Gerusalemme. Di lui c’è un riscontro nel
Libro dei Re (Corpus Biblico). Il Significato del nome è “vita
elevata”. In Egitto il significato è “spirito”, “tempio del
Sole”. Nella leggenda ma probabilmente, anche nella storia, Hiram
Abif viene ucciso da tre cattivi compagni che volevano conoscere la
Parola Sacra di passaggio di grado, ovvero che volevano acquisire la
conoscenza senza apprenderla mediante il duro lavoro quotidiano.
Questi tre compagni simboleggiano per i Massoni, l’ignoranza,
il fanatismo e l’ambizione:
I tre principali vizi che ogni Maestro Massone deve imparare a
controllare per mantenere e onorare il suo status. Il massone
combatte l’ignoranza con l’impegno, con lo studio costante ed
esercitando il libero pensiero. Combatte il fanatismo non
abbracciando certezze assolute e ideologie. Combatte l’ambizione
rinunciando a coprire cariche senza meriti e soprattutto
conservandole o donandole a quanti si sono prostrati, negando
opportunità e meriti ad altri.
Se
prendiamo in considerazione solo gli architetti nella storia della
nostro sapere e della nostra cultura possiamo fare riferimento a
-
NEFERHOTEP, il cui nome significa “Colui che si è realizzato nella
bellezza”; un architetto che visse in Egitto nel XIV secolo a.c. La
sua tomba fu ritrovata da un gruppo di archeologi francesi nel secolo
trascorso, a Luxor. La tomba riportava l’epigrafe “che fu ucciso
da tre cattivi compagni che volevano carpirgli la parola sacra”. Un
preciso riferimento storico di una leggenda centrale nei rituali
massonici.
-
DEDALO, architetto costruttore del labirinto, elemento centrale nella
leggenda di Minosse e Arianna e simbolo di primaria importanza in
ambito massonico.
-
DAIDALOS, architetto componente del Thiasos, una confraternita di
mestiere dei costruttori del tempio risalente al XVI secolo a.c.
La
progressività di fare il bene
è un concetto che si afferma con il salto dall’Ordine al Rito. Nel
Rito, il massone è chiamato all’impegno sociale, a progettare e
realizzare una società migliore e a collaborare con quanti si
adoperano nella realizzazione di grandi progetti. Egli si concentra
sulla costruzione del tempio interiore, sul dovere, sul lavoro, sulla
lotta all’ignoranza, sulla civiltà, sulla libertà di pensiero,
sulla ricerca della parola perduta, sull’uso dell’intelligenza,
sulla giustizia, sull’uso della scrittura e della parola, sulla
propria e altrui difesa. E non gli è più permessa l’indifferenza
sui grandi temi umani. Chi fa il salto dall’Ordine al Rito ha
davanti il foglio da disegno e gli strumenti dell’architetto e deve
progettare una società migliore. Non può più concentrarsi
solamente sulla pietra grezza. Nessuno è obbligato a fare il salto
nel Rito. Chi fa il salto deve, però, accettare di cambiare il senso
della propria funzione nell’Obbedienza ed della propria esistenza
sociale.
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