“Nessun uomo ha avuto dalla natura il diritto di comandare sugli
altri. La libertà è un dono del cielo e ogni individuo della stessa
specie ha il diritto di fruirne non appena è dotato di ragione. [...]”
Denis Diderot
Correva l’anno 1789, quando il 14 di Luglio, a
Parigi, con la presa della Bastiglia, si diede ufficialmente inizio alla
Rivoluzione Francese. Scopi primi: la Libertà, l’Uguaglianza, la
Fratellanza; Roba da nulla. Un atto dovuto ad un popolo che subiva,
ancor più sul territorio francese, un concetto ancora medioevale di
gestione della Nazione legato all’assoluta prevaricazione del Re e del
Clero a discapito del Terzo Stato. Le liberazioni richiedono tempo.
Il 21 gennaio 1793 cadeva la testa di Luigi XVI ed il 16 Ottobre quella
di Maria Antonietta, regina simbolo della vera monarchia assoluta: il
popolo, nella sua semplicità, all’esposizione della sua testa tagliata,
intonerà, così riportano le cronache, una ola di “Viva la Repubblica”.
Ma, la libertà ottenuta con la violenza è mera usurpazione e, la strada verso la vera Libertà è sempre in salita.
E così da mesi ormai, una Europa alla deriva, si ritrova a lottare per
un valore, di cui ha perso la percezione _ o non l’aveva mai realmente
acquisita_ mentre, giustappunto, appena iniziava a sillabare due parole,
date, già all’epoca, in pasto al popolo insieme alle brioches:
Uguaglianza e Fratellanza.
A “noi” menti elevate, iniziati di ogni
razza e tipo, non resta che il deludente paragone coi nostri valorosi
predecessori che hanno illuminato il Mondo … o forse no …
Il
problema è insito nell’uomo, meravigliosa creatura, vittima della sua
caducità, dei suoi vizi, dei suoi falsi dei, declinati a seconda
dell’epoca storica, degli interessi personali, della volontà di chi,
ancora oggi, sotto nuove corone, governa realmente il Pianeta.
Tacere non è più possibile. L’indifferenza non si addice più neppure a
chi vive nel suo mondo dorato, passeggiando per una delle più rinomate
località del saper vivere mondiale.
Un moderno carretto
rivoluzionario, ha disseminato morte ed orrore, ed è terrificante anche
solo pensarlo … per l’ennesima volta …
La si chiami legge del
contrappasso, causa effetto, eredità dei massacri perpetuati da noi,
martiri cristiani in nome di un “dio” … l’orrore resta ed il tempo dello
sbigottimento deve ormai lasciare il posto al fare.
Mi risuona
nella mente un inno, simile a molti altri intonati nel mondo intero …
uniamoci a coorte, siam pronti alla morte … Con coorte, si definiva,
nell’esercito romano, una delle sue suddivisioni. Stringersi a coorte,
significa quindi, restare uniti, malgrado le diversità per un fine
comune; E se, la differente l’appartenenza di credo, può far supporre, a
quei troppi che ancora ignorano come le religioni siano mero strumento
degli uomini ma che l’Entità superiore” è Unica ed uguale per tutti,
allora si comprende quanto l’invito di un inno risalente al 1800 sia
attuale ed … attuabile.
Pochi pazzi, ignoranti invasati (ma non
stupidi e molto ben organizzati), stanno mettendo nella morsa del
terrore il mondo. Il nostro mondo. In un’epoca storica in cui
l’individualismo imperante non ci sta più facendo vedere nulla. Altro
che rivedere le stelle!
Ovattati giungono, forse ancora, gli echi
di principi che i nostri antenati hanno con precisione, quasi
maniacale, cercato di inculcarci. Loro, nella loro ignorante saggezza,
sapevano che solo su di una società fatta di rispetto, amore, aiuto
reciproco, si può edificare con solide fondamenta. Il Pianeta in cui
viviamo potrà essere distrutto solo da un cataclisma naturale. Il mondo
che calpestiamo ogni giorno può essere salvato solo dal grande cuore
dell’Uomo.
Oh Liberté, que de crimes on commet en ton nom!
Marie-Jeanne Roland de la Platière
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