La Massoneria ha un cuore,
simbolico e rituale, che viene da lontano. Viene da una sapienzialità, una
cultura dell’uomo che affonda le radici già in Egitto, poi in Grecia, prende le
forme storiche del neoplatonismo, dello gnosticismo, dell’ermetismo, si
organizza, in pieno Rinascimento, come la parte più nobile (ma anche quella più
eretica) del nostro sapere. L’alchimia e la qabalah sono due forme storiche di questa
Tradizione unica che in Massoneria, e nel Rito di York che è il rito più
anziano tra quelli esistenti, si deposita in modo quasi esclusivo. Il convegno
di sabato scorso – che significativamente si intitolava “La via gnostica.
Pietra, qabalah, ermetismo. La Massoneria dei cercatori di senso” - ha visto
dei relatori illustri come Morris Ghezzi (ordinario all’Università di Milano,
saggista e Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia), il filosofo
Mauro Cascio e Federico Pignatelli, studioso di Qabalah. Per dimostrare, nelle
intenzioni dell’organizzatore, Tiziano Busca, che è ora di finirla con
l'indicare nella Charity il fondamento del Rito di York e che è esso è un
giovane rito americano lo dice la storia: il Rito di York è il fondamento della
Massoneria e la Charity è una manifestazione. Ma la Massoneria del Rito di York
ha anche scopi più alti e più importanti dove orientare sforzi e ricerca.
In particolare dalle parole di
Morris Ghezzi: «La Gnosi non è una parola vuota, è una parola che ha dei
riferimenti storici ben precisi. La parola viene dal greco ed è la ricerca
della Conoscenza che oggi nella nostra tradizione scientifica si proietta verso
il futuro, nella tradizione antica invece si proiettava verso il passato.
Pensiamo a Platone: la Conoscenza risiedeva all’origine e poi si è perduta
strada facendo».
Per chi se lo fosse perso ecco il link per
ascoltare l’intervento di Morris Ghezzi:
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