martedì 11 luglio 2017

L'Arcangelo Uriele (Uri'El in ebraico significa "Dio è mia luce") di Gennaro Natale


Rappresentato con fattezze di uomo alato, in alcuni casi può essere armato o con i pianeti come attributo iconografico.
Ai tempi di Sant'Ambrogio, l'Arcangelo Uriele era molto venerato, ma col tempo vene dimenticato, principalmente per il fatto di non essere citato se non in fonti apocrife; per questo fu escluso dagli angeli accettati dalla chiesa cattolica in seguito al concilio di Aquisgrana del 789.
Protagonista del libro apocrifo di Enoc etiope, è presente nel quarto libro di Ezra, dove si narra che fu l'angelo inviato da Dio ad annunciare il Giudizio finale, mentre è il Vangelo apocrifo di Bartolomeo che racconta che Uriele fu il quinto angelo ad essere creato.
Nonostante sia rimasto vivo il suo ricordo nell'angelologia moderna, soprattutto in relazione all'alchimia (che egli avrebbe portato sulla terra), alla cabala e alla conoscenza degli astri (era custode del tempo e degli astri), la sua iconografia non ebbe modo di svilupparsi particolarmente, proprio perché, essendo l'arte principalmente legata all'ambiente ufficiale della Chiesa, non era apprezzata la sua raffigurazione.
E' pertanto riconoscibile con certezza nelle storie del Battista, poiché, secondo la tradizione, fu l'angelo che lo condusse nel deserto da bambino per la sua istruzione.

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